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Un esperimento pionieristico all’Università di Oxford
Per la prima volta, un esperimento condotto dal dipartimento di Fisica dell’Università di Oxford ha dimostrato la possibilità di collegare due processori quantistici utilizzando la luce. Questo approccio innovativo rappresenta un passo significativo verso la creazione di supercomputer quantistici in grado di eseguire calcoli complessi in tempi record, superando le limitazioni delle attuali macchine classiche. Pubblicato sulla rivista Nature, il risultato offre nuove prospettive per il futuro della computazione quantistica.
Il potere dell’entanglement quantistico
Il concetto alla base di questo esperimento si fonda sull’uso dell’entanglement, un fenomeno quantistico che consente a particelle distanti di rimanere connesse. I ricercatori hanno utilizzato fibre ottiche per collegare i processori, permettendo loro di comunicare attraverso segnali luminosi anziché elettrici. Questo metodo non solo migliora l’efficienza della comunicazione, ma apre anche la strada a un’architettura modulare per i computer quantistici, dove singoli moduli possono essere aggiornati senza compromettere l’intero sistema.
Verso un Internet quantistico sicuro
Gli esperti del settore hanno definito questo risultato come “fondamentale” per il progresso delle tecnologie quantistiche. Fabio Sciarrino e Angela Sara Cacciapuoti, esperti nel campo, hanno sottolineato che il prossimo obiettivo sarà la creazione di piccole reti locali, con la prospettiva di sviluppare reti Internet quantistiche nei prossimi 10-15 anni. Queste reti potrebbero rivoluzionare il modo in cui condividiamo e proteggiamo le informazioni, offrendo un livello di sicurezza senza precedenti grazie alle proprietà uniche della meccanica quantistica.
Il futuro della computazione quantistica
La realizzazione di computer quantistici altamente performanti, dotati di milioni di qubit, è ancora una sfida. Tuttavia, la strategia di connettere più macchine più piccole attraverso l’entanglement potrebbe rappresentare una soluzione praticabile. Cacciapuoti ha evidenziato l’importanza di sviluppare reti di computer quantistici, o Q-Lan, che possano interagire in modo sicuro e veloce. Questo approccio modulare non solo facilita l’aggiornamento delle tecnologie, ma potrebbe anche portare a una vera e propria Internet quantistica, trasformando radicalmente il panorama della computazione e della comunicazione.